Progetto Nadiya Speranza

UCRAINA FRA DISPERAZIONE E POVERTÀ

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LA NUOVA INFANZIA SOSTIENE NADYA, IVANOVKA, UCRAINA

Natalia e Angelo Ortolina hanno chiesto aiuto ad LNI in occasione dei sanguinosi scontri avvenuti a Kiev.
Questa coppia vive in un villaggio che si chiama Ivanovka vicino alla città di Uman nella zona centrale di questo vasto Paese.
La povertà di queste persone è tangibile, Natalia e Angelo ci hanno chiesto un sostegno e i volontari di LNI non hanno potuto esimersi dal portare il loro contributo e la loro esperienza a favore di queste popolazioni.

Self Help Group, un gruppo di auto aiuto

L’idea è quella di organizzare un Self Help Group, un gruppo di auto aiuto, finanziando il micro credito. Progetto che, in India, la nostra associazione sostiene da moltissimi anni con ottimi risultati. Si è iniziato a finanziare il fondo del Progetto Nadya con circa 1.000,00 Euro. Si tratta di superare la diffidenza iniziale e lo stupore. La gente del luogo non è abituata a ricevere aiuto gratuitamente. La premessa fondamentale, per accedere al prestito, è che poi la somma deve essere restituita interamente dopo circa un anno. Si è sottolineato la necessità di acquistare animali da allevare e poi rivendere. Si cercherà di creare un positivo circolo che ispiri fiducia, consapevolezza, solidarietà fra la gente. Nulla deve essere impostato sulla mera carità momentanea ma questi prestiti devono creare piccoli commerci e stimolare le persone ad avere nuove idee per migliorare la loro condizione di vita. Loro non devono vivere nell’inerzia ma provare a trovare soluzioni utili che possano portare benefici all’intera comunità. Molte famiglie hanno acquistato, vitelli, mucche, maiali, ecc. Qui di seguito alcune foto dell’avvenuto acquisto di questi animali. Il Sindaco di Ivanovka ringrazia LNI con un attestato per questo nuovo e innovativo progetto che si sta sviluppando su questo territorio. Inoltre si finanzieranno interventi chirurgici, acquisto di medicinali, lavori di manutenzione, ecc. sempre con la promessa che la somma prestata verrà restituita anche ratealmente. Perchè è fondamentale che la gente capisca che con il denaro che sarà restituito si potrà aiutare altre persone del luogo. Siamo certi che questo piccolo progetto pilota sarà copiato e utilizzato anche in altri villaggi della zona. Alle persone che riceveranno il sostegno verrà creata una scheda identificativa con foto, breve relazione personale e importo donato.

LA RIVOLUZIONE UCRAINA : INCUBI E SPERANZE

Su una cosa, incontestabilmente, il presidente russo Putin ha ragione: in Ucraina s’è verificata una rivoluzione che ha spodestato, al di fuori delle normali regole istituzionali, il Presidente Ianukovich e l’intero suo gruppo dirigente. Ma, a detta di gran parte degli ucraini, una vera rivoluzione era l’unica maniera per liberare il Paese da un gruppo di dirigenti – politici, definiti: “ banditi”. Ma bisogna fare un passo indietro, Ianukovich, originario della regione di Donetsk situata ai confini con la Russia da sempre filo russo, con trascorsi penali e carcerari per reati comuni, è stato eletto nel 2010 al termine di votazioni con fortissimi sentori di brogli. Da allora, grazie anche a modifiche della Costituzione, purtroppo possibili in Ucraina, ha accentrato nella sua persona e nel suo partito un potere notevolissimo dal momento che la Rada ( Parlamento) era ben controllata dal suo Partito delle Regioni, lasciando solo briciole alle opposizioni. Io sono un seregnese che avendo sposato una donna ucraina e vivendo in questo Paese da sei anni posso testimoniare personalmente tutto il senso di rabbia, frustrazione ed impotenza di gran parte della popolazione. La corruzione ha raggiunto livelli inimmaginabili, penetrata in ogni minimo aspetto della vita quotidiana. Vi descrivo una situazione che può sembrare banale ma vissuta personalmente. Mia suocera aveva bisogno di sottoporsi ad un semplice intervento chirurgico, si ricovera in un ospedale statale dove il personale è pagato dallo Stato ma il chirurgo, prima dell’intervento, ha preteso una somma corrispondente a tre mesi di pensione della donna senza contare che abbiamo dovuto acquistare: farmaci, guanti, flebo, garze, siringhe, ecc. molto materiale non necessario che subito è stato accaparrato dagli infermieri e rivenduto. Questa è la usuale situazione sanitaria in Ucraina. Ovvio è, che senza soldi non ci si può curare, molte persone muoiono perché non possono permettersi ricoveri, interventi, cure, ecc. Negli ultimi giorni di novembre 2013, la svolta! Per tutto l’anno le Tv e i giornali locali avevano evidenziato la necessità di siglare un accordo di adesione con la comunità europea ma, a pochi giorni dalla firma, Ianukovich informa la popolazione che è imminente un analogo trattato con la Russia. Questa sarà la scintilla! A Kiev, in migliaia, giovani, donne, persone comuni, occuperanno la storica Piazza Indipendenza, Maidan, simbolo della “rivoluzione arancione” avvenuta dieci anni prima, nel tentativo poi fallito di liberarsi dalla stretta soffocante della Russia. È l’inizio di una occupazione e di una protesta che non si fermerà fino al tragico epilogo di febbraio. Negando ciò che era stato promesso, quei politici corrotti, hanno tolto una speranza soprattutto ai giovani ucraini. La speranza magari effimera magari incerta, ma l’unica speranza rimasta per credere in un futuro meno disperato, la distruzione di un sogno! Dandosi il cambio, tornando e rientrando dalle loro famiglie, centinaia di migliaia di ucraini provenienti da ogni regione occuperanno senza sosta la piazza, incuranti degli oltre venti gradi sotto zero, della neve, delle cariche sempre più violente dei reparti speciali di polizia schierati a migliaia. Si erigono barricate sempre più alte grandi, fuochi ardono incessantemente, un continuo viavai di uomini, donne e ragazzi portano viveri, vestiario, copertoni e legna da ardere in una commovente gara di solidarietà che coinvolge milioni di persone in tutto il Paese, stanche di sopportare soprusi di ogni genere.
Il Presidente Ianukovich chiede al Parlamento di approvare leggi speciali antisommossa, cominciano gli arresti, decine di persone scompaiono, gli scontri diventano sempre più aspri, in mano ai rivoltosi compaiono le molotov. A casa, riusciamo a seguire, 24 ore su 24, tutto quello che sta succedendo a Kiev, la situazione è davvero drammatica. La tv russa, ovviamente, fornisce un’altra versione su quello che sta accadendo. Poi i primi morti, persone comuni ma con un coraggio non comune, trovati uccisi ovunque, ammazzati dopo aver subito torture, la polizia preleva la gente ferita dagli ospedali. Si mostrano corpi orrendamente mutilati, senza arti, senza orecchie, il corpo di un giornalista viene ritrovato ucciso per le violente percosse ……..ma ci chiediamo: “ l’Ucraina non è un Paese che confina con l’Europa?” Questa situazione drammatica ci ricorda vecchi regimi, metodi usati da dittatori ancora una volta la storia si ripete orrendamente? Ianukovich fa un passo indietro, abroga le leggi speciali e promette amnistia per tutti in cambio della fine dei disordini. Tutto ciò è inutile perché i municipi di tutto il paese sono occupati, la piazza ora pretende le dimissioni del governo. Viene sostituito il primo ministro ma è una decisione tardiva, martedì 18 febbraio si registrano scontri violentissimi, corpo a corpo. Assistiamo con angoscia e impotenza. Ormai i blindati sono in piazza; è guerra civile!!! Arrestate e ferite centinaia di persone. I manifestanti si difendono a mani nude, posso testimoniarlo. Mercoledì 19 febbraio si sentono ancora colpi d’arma da fuoco, si contano circa 30 morti anche fra la milizia. In tuta mimetica la polizia speciale attacca il popolo con scudi e manganelli. Giovedì 20 febbraio arrivano in Ucraina i diplomatici europei e americani ma tutto è inutile continuiamo a vedere, increduli e sgomenti il meschino e infame attacco dei cecchini che colpiscono la folla indifesa. Vediamo i morti, le teste spaccate , il sangue, la gente disperata, qualche ambulanza che riesce ad entrare in piazza Maidan….ma i cecchini continuano il loro sporco lavoro. Per fortuna cala la sera. In una atmosfera surreale viene convocato il parlamento, i deputati arrivano a piccoli gruppi stralunati, coprendosi il volto. Quasi l’intero settore occupato dal partito del Presidente è vuoto, molti dei suoi fedeli sono in fuga, non torneranno più. Finalmente i pochi parlamentari rimasti votano l’abrogazione delle leggi antiterrorismo e il disarmo immediato dei corpi militari con il ritiro dei blindati. I morti vengono allineati sui marciapiedi, in una lugubre, silente fila, sono un centinaio di coraggiose persone morte per difendere diritti inalienabili come la democrazie e la libertà. Impossibile contare i feriti. Venerdì 21 febbraio sono frenetici i tentativi di trovare un accordo con il Presidente fedele amico di Putin. Si propone: rimpasto di governo, riduzione dei poteri, elezioni anticipate. Sabato 22 febbraio i capi dell’opposizione presentano alla folla gli accordi già stipulati ma la gente capisce in fretta e non accetta. Improvvisamente sale sul palco un giovane rappresentante di un partito nazionalista, prende il microfono e rivolgendosi alla gente urla che non è possibile accettare questo tipo d’accordo. Sarebbe vile e irrispettoso nei confronti delle persone che sono morte per questa causa. Viene dato un ultimatum: Yanukovich avrà due ore di tempo per dimettersi o verrà assaltata la sua residenza che dista solo qualche kilometro da Kiev. Qualche ora più tardi ci viene comunicato che Ianukovich, vigliaccamente, è scappato con un buon numero di fedelissimi. Quel che rimane del Parlamento vota la liberazione dell’oppositrice politica Julia Timoshenco, in carcere da quasi tre anni. .
Nei giorni successivi assistiamo ad una serie di provvedimenti, viene sciolto il corpo speciale di polizia militarizzata, destituito e accusato per crimini contro la persona Ianukovich, ufficialmente ricercato e gli vengono sequestrati tutti i beni. Si nomina un Presidente provvisorio per organizzare le prossime elezioni fissate per il 25 maggio 2014, il mondo sostiene l’Ucraina ma la Russia dopo pochi giorni occupa militarmente la regione autonoma di Crimea, viene indetto un referendum “ farsa” in dieci giorni e con i mitra spianati, senza dare la possibilità alla gente di esprimersi liberamente e democraticamente. È fortissimo il sentore di brogli e i risultai confermano. Se la presenza di popolazione originaria russa è solo del 60% come è stato possibile raggiungere un quorum referendario del 93% calcolando che la popolazione di etnia ucraina sicuramente avrebbe votato contro l’annessione della Crimea alla Russia? Mentre sto scrivendo, migliaia di militari sovietici, supportati da blindati e mezzi aerei si ammassano ai confini orientali dell’Ucraina. Cosa vuole dimostrare Putin? Minaccia seriamente un conflitto armato ? La Russia appare isolata dal consesso internazionale. Questa la cronaca dei tragici avvenimenti a cui ho assistito in prima persona. Conosco molta gente che ha combattuto in piazza Maidan ed ora ciò che preoccupa fortemente è la situazione socio-economica del Paese. La moneta locale, grivna, ha perso il 30% del suo valore in poche settimane mettendo in ginocchio chi ha debiti o impegni con le banche, il costo della benzina è aumentato smisuratamente ed anche i beni di prima necessità. L’economia di un Paese già fortemente arretrato, rispetto alla media europea, è crollata. Si spera negli aiuti internazionali promessi con la firma di adesione alla UE. Il governo provvisorio ha annunciato almeno cinque anni di grandi sacrifici. Se dovessero mancare i fondi per il pagamento delle pensioni che si aggirano attorno a 100 euro mensili e che sostengono intere famiglie, sarebbe decretata la fame per diversi milioni di persone, soprattutto nelle città. Nel frattempo le centinaia di feriti e mutilati dovrebbero essere curati ma senza denaro….come è possibile. Non è un caso che almeno 40 feriti sono deceduti per mancanza di cure. Ovunque anche nella zona dove io abito, ucraina centrale, regione Chercassi, molti svolgono lavori senza retribuzione già da alcuni mesi ed ogni giorno le famiglie grattano il fondo del barile già vuoto. Da qualche settimana, inoltre, abbiamo constatato che stanno arrivando a ragazzi ed adulti di sesso maschile le cartoline di richiamo alle armi, spariscono dall’oggi al domani le braccia più forti e produttive, lasciando le loro famiglie in gravissime situazioni. Fino a pochi giorni fa ho assistito di persona a tutto questo, con gente che veniva a chiedere aiuto bussando alla nostra casa. Abbiamo donato quanto abbiamo potuto ma con un grande senso di tristezza e impotenza che si è trasformata in rabbia e frustrazione. Vero, la crisi economica è anche un problema italiano ma, credetemi, non è minimamente paragonabile alla attuale situazione ucraina, il paese più grande d’Europa con 45 milioni di abitanti. Con una corruzione imperante si rende indispensabile l’impegno diretto di persone responsabili. Per questo ho deciso di aiutare questa gente che ormai è parte della mia famiglia e della mia vita. Servono fondi per assicurare cure mediche e per acquistare cibo. Vogliamo aiutare anziani malati, abbiamo bisogno di sedie a rotelle, stampelle, ecc. Abbiamo pensato di costituire un fondo che non obblighi, questa povera gente, a finire nelle mani di usurai. Per sottoporsi a interventi chirurgici, molta gente ipoteca la propria pensione per alcuni mesi chiedendo un prestito in banca. Il dramma è che nei mesi successivi queste persone non possono, letteralmente vivere perché la pensione viene completamente trattenuta. Quando sono rientrato a Seregno, fortemente motivato e pieno di speranza ho rivolto un accorato appello ad alcune Associazioni cittadine ma senza alcun riscontro, purtroppo. Una richiesta d’aiuto, la possibilità di raccontare la drammaticità di una situazione vissuta, un gesto di solidarietà.

UN POPOLO INVISIBILE

Dico francamente: quello che più mi fa rabbia è la costante informazione incompleta, imprecisa nonché errata e fuorviante. Disinformazione . Su quanto sta accadendo in Ucraina dopo la rivoluzione di febbraio, la cacciata del presidente Janukovic e l’elezione, il 25 maggio, del nuovo presidente Goroscenko, in occidente arrivano spezzoni di notizie che danno un’idea della situazione attuale del Paese lontana dalla realtà. Io e mia moglie ( che come tutti qui parla, capisce, legge, perfettamente il russo ) vediamo, leggiamo esentiamo i media locali, russi, occidentali. Conosciamo e parliamo con tanta gente ucraina e anche russa, ci spostiamo in altre zone del Paese ( noi abitiamo nel centro dell’Ucraina). Vero è che in questo momento nel mondo ci sono situazioni ancor più gravi di quella ucraina ( Siria, Iraq, Afghanistan, ecc.) ma qui è Europa, casa nostra, attenzione!
Dunque: – “l’Est in fiamme” come si sente dire dai media occidentali. In realtà il problema è limitato a meno della metà delle due regioni di confine con la Russia. ( Donest e Luganst ) su una superficie di meno del 5% dell’intera Ucraina. Tutto il resto del Paese è assolutamente tranquillo e compatto nel sostenere la politica governativa. Questo lo si verifica ogni giorno, basta parlare con la gente o girare per strada …..moltissime auto girano con la bandierine ucraine, questa è cosa che si nota subito. – I separatisti, in stragrande maggioranza, non sono popolazione locale ma cittadini russi di diverse etnie e provenienza, equipaggiati ed armati con materiale russo proveniente dalla Russi, in buona parte sono mercenari, come loro stessi, in moltissimi casi, hanno ammesso senza problemi. Da chi pagati e perché? È di tutta evidenza che sono pagati per perseguire interessi russi, c’è chi dice per riportare al potere l’ex presidente Janukovich o per destabilizzare il Paese riportandolo nell’orbita russa da cui è uscito, ancor più dopo la firma di associazione alla UE dello scorso 27 giugno. Certo la martellante propaganda russa, che anche noi ascoltiamo un insieme scientifico di menzogne – ha coinvolto anche ucraini. Resta il fatto assodato e documentato dai media che i morti tra i separatisti sono quasi tutti cittadini russi, riportati spesso in terra russa per l’ultimo viaggio …. perchè l’occidente non mette ben in evidenza questo dato di fatto fondamentale per una corretta valutazione della situazione? – Continuamente, nel corso di questi mesi, dai numerosi posti di frontiera con la Russia sono arrivati, e ancora arrivano, rinforzi ai separatisti. Uomini e armi. Blindati, carri armati, armi pesanti e razzi da contraerea su camion. L’esercito ucraino per quanto considerevolmente rinforzato dopo l’arrivo dei soldi soprattutto americani, non è mai stato in grado di controllare tutti i posti di frontiera con la Russia. Abbiamo visto tante volte, anche in diretta Tv, vere battaglie alle dogane, con i mezzi russi che tentavano di entrare, spesso riuscendovi, con morti, feriti e danni ingenti alle strutture. Questo conflitto deve finire: ogni Paese ha diritto al rispetto dei propri confini! Perché anche questo non viene ribadito forte e chiaro dall’occidente al Signor Putin?
Questa è una vera e propria guerra, per quanto si svolga su un territorio limitato, ha già fatto molte centinaia di morti, migliaia di feriti, distruzioni e ingenti danni a case e strutture private e pubbliche. Provocando condizioni di vita drammatiche, insostenibili a centinaia di migliaia di persone, la rovina economica dell’intera area. Decine di vittime, soprattutto per colpi di mortaio, ci sono anche fra i civili bambini e persino neonati. Il piano di pace presentato da circa un mese dal nuovo Presidente Goroscenko prevede la più grande autonomia a tutti i livelli per queste zone di confine ma è chiaro che prima l’intera area va pacificata. Come? O i separatisti accettano di deporre le armi e lasciare spazio al dialogo o l’esercito ucraino non molerà la presa. Gradualmente i separatisti arretrano sempre più verso la Russia sotto la spinta delle forze di Kiev. Ma se dalla frontiera russa arriveranno sempre rinforzi non finirà mai. Intanto dalle zone di guerra arrivano intere famiglie di profughi accolte da altre famiglie in ogni parte del Paese, anche nella nostra zona. Gente che ha perso tutto e ha bisogno di tutto dagli effetti personali ai medicinali oltre a un lavoro e una casa. Spesso ci sono bambini molto piccoli, e questo rende ancor più drammatica la loro situazione. Noi stiamo cercando di organizzarci con gli aiuti che riceviamo dall’Italia per dare loro una mano concretamente.
Angelo Ortolina.

CONCRETO INIZIO PROGETTO NADYA - MAGGIO 2014